(Copyright Arch. Silvano Spandre)
Il comfort acustico può essere definito come quella condizione psicofisica per cui un individuo, immerso in un campo sonoro, si trova in condizioni di benessere, in relazione all’attività che sta svolgendo.
Tralasciando in questa breve introduzione i complessi parametri legati alla qualità di ascolto negli spazi a destinazione audio musicale, possiamo dire che il comfort acustico risulta essere assimilabile al concetto di benessere acustico, ma solo parzialmente sovrapponibile ai più basilari concetti di silenzio ed assenza di rumore, con cui viene spesso confuso.
A tal proposito può essere rappresentativo l’esempio della condizione acustica che si genera all’interno di quei particolari laboratori per misurazioni acustiche chiamate camere anecoiche, in cui viene artificialmente creata una condizione di assoluto silenzio in grado di causare un forte disagio sensoriale ed emozionale nelle persone che vi accedono per la prima volta.
Il fenomeno è spiegabile con estrema semplicità, considerando il fatto che in natura non esiste il silenzio totale e forse è in parte anche riconducibile a più ancestrali meccanismi di autodifesa, che ci fanno percepire una condizione di improvviso silenzio come segnale di imminente pericolosità.
Questo aspetto è sperimentabile nella quotidianità, ad esempio quando ci troviamo in un ristorante totalmente vuoto, dove il totale silenzio non viene vissuto come condizione di reale benessere acustico.
Bisogna inoltre dire che non è solo il livello di rumorosità generale di un ambiente a creare le condizioni di comfort o discomfort acustico, ma che è necessario valutare con attenzione anche le caratteristiche “spettrali” del suono stesso, considerando come fortemente disturbanti le componenti sonore con prevalenza di suoni troppo alti o troppo bassi.
Un adeguato intervento di correzione acustica architettonica ha quindi lo scopo di limitare la rumorosità generale di un ambiente agendo sulla riverberazione, eliminando al contempo quegli eccessi di sonorità, individuati come estranei al normale campo uditivo umano.